L’adattamento climatico è il processo di adeguamento agli effetti attuali e futuri dei cambiamenti climatici. L’esistenza dei cambiamenti climatici è stata accertata con le osservazioni metereologiche della NASA – NOAA National Oceanic and Atmospheric Administration, dove hanno catalogato gli effetti negativi su tutti gli aspetti che permeano le nostre vite, da quelli economico-sociali a quelli infrastrutturali e monetari, fino alle diseguaglianze di genere. Anche l’Agenzia europea per l’ambiente (AEA), Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), la Commissione Europea con la Tassonomia Ambientale e la stessa Italia, con il piano pubblicato a inizio 2024 hanno prodotto testi, azioni e leggi per cittadinanza ed imprese.
Tutti gli attori in campo hanno acquisito come dato di fatto gli effetti climatici simulati o attesi, indicati dai report dell’IPCC, e che riguardano il territorio, le infrastrutture, l’edilizia residenziale e non, la produzione di cibo da agricoltura con uso di terreni, la disponibilità di energia, i rischi per le imprese nella loro catena di approvvigionamento, le migrazioni indotte, le diseguaglianze di genere e di reddito monetario. Per prevenire soprattutto le conseguenze negative di tali effetti climatici è necessario ripensare complessivamente il sistema sociale ed economico, dalle abitudini di consumo alle infrastrutture, dal potenziamento di energie rinnovabili all’insieme di buone pratiche e norme capaci di interpretare come “normali” gli eventi che ancora vengono considerati come “eccezionali”, dalle alluvioni ai cambi clima repentini. L’obiettivo è imparare a convivere con gli effetti simulati o attesi del cambiamento climatico, per ridurre al minimo le vulnerabilità delle comunità coinvolte, ma soprattutto sensibilizzare l’opinione pubblica affinché capisca che “l’adattamento climatico” non è un tema delegabile ai tecnici. È invece, un lavoro politico perché è necessario a partire dai dati delineare piani strategici che mettano in fila priorità, bisogni, soluzioni ai problemi. Così da capire se è necessario intervenire prima nelle aree rurali o su quelle urbane o industriali; se è prioritario rinnovare le reti di distribuzione di gas, acqua, energia o se invece si procede per aree geografiche, solo per fare alcuni esempi.
Questo post fa parte di un approfondimento a puntate sull’adattamento climatico e sulle misure prese in Europa e in Italia: intento di Phoresta è offrire informazioni e contributi per avere una alfabetizzazione climatica di base.