Il calcolo della propria impronta di carbonio (carbon footprint) si fa per ciascuna fonte di emissioni in base al livello di controllo su di essa. L’impronta è infatti un parametro utilizzato per stimare le emissioni di gas serra conseguenti alla produzione di un oggetto, all’erogazione di un servizio, all’organizzazione di un evento o da qualunque attività della vita quotidiana di ciascuna/o di noi.
La impronta è espressa in tonnellate di CO2 equivalente (ovvero prendendo come riferimento per tutti i gas serra l’effetto associato alla CO2, assunto pari a 1). È importante notare che cambia molto da paese a paese: una persona che vive negli Stati Uniti in media ha un’impronta di carbonio pro capite di circa 21 tonnellate di CO2 equivalente, rispetto ad un abitante della Tanzania che ne ha una pari a 0,1 tonnellate.
Nel caso di una azienda si considerano vari fattori e il calcolo include diversi ambiti: il 100% dell’Ambito 1 e 2 e l’Ambito 3 se le emissioni contribuiscono a più dell’1% del totale, che sono descritti in questo modo:
• Ambito 1 – 100% di tutte le emissioni dirette che dipendono dal controllo diretto della azienda o organizzazione: combustioni, uso veicoli di proprietà o disponibilità perdite di vapori o gas da impianti di proprietà
• Ambito 2 – 100% di tutte le emissioni indirette quelle cioè relative all’acquisto di elettricità, e riscaldamento
• Ambito 3 – le rimanenti emissioni indirette che sommino più dell’1% delle emissioni totali: uso di beni di consumo, trasporti, gestione rifiuti, viaggi casa/lavoro dei dipendenti.
Per questi prodotti/servizi aziendali si utilizza la norma ISO 14067 – “Greenhouse gases – Carbon footprint of products – Requirements and guidelines for quantification and Communication”, e il calcolo è realizzato sulla base del LCA (Life Cycle Assessment), che permette di esprimere l’impatto climatico generato durante l’intero ciclo di vita del prodotto/servizio.
Infine, per comparare gli impatti generati dai diversi gas si usa l’indice GWP (Global Warming Potential). Calcolato dall’IPCC, indica il potenziale specifico di riscaldamento globale attribuito ad ogni singolo gas, rapportato a quello della CO2 che risulta essere pari a uno.