I traguardi della Cop 15: Biodiversità, popoli indigeni ed ecosistemi terrestri e marini
Il “patto di pace con la natura” raggiunto dalla Cop 15 a fine 2022 prevede l’adozione da parte dei Governi di 4 obiettivi e 23 traguardi da raggiungere.
Fra i traguardi segnaliamo che è stato deciso di: “garantire che entro il 2030 almeno il 30% delle aree degli ecosistemi terrestri, interni e costieri e marini degradati sia sottoposto a un efficace ripristino, al fine di migliorare la biodiversità e i servizi ecosistemici, l’integrità ecologica e la connettività”, ma anche che ”almeno il 30% delle acque terrestri e interne e delle zone costiere e marine, in particolare le aree di particolare importanza per la biodiversità e i servizi ecosistemici, siano efficacemente conservati e gestiti attraverso un approccio ecologicamente rappresentativo, riconoscendo i territori indigeni e tradizionali e garantendo nel contempo che qualsiasi uso sostenibile, sia pienamente coerente con i risultati della conservazione, riconoscendo e rispettando i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali, anche sui loro territori tradizionali”.
Non solo, la Cop 15 richiama i governi a legiferare in materia per garantire che la biodiversità e i suoi molteplici valori entri a pieno titolo nelle politiche, nei regolamenti, nei processi di pianificazione e sviluppo, nelle strategie di eradicazione della povertà, nelle valutazioni ambientali strategiche, nelle valutazioni di impatto ambientale e financo nella contabilità nazionale, allineando progressivamente tutte le attività pubbliche e private pertinenti, i flussi fiscali e finanziari con gli obiettivi di questo quadro.
Fra i dubbi di chi è stato più critico verso l’accordo è quello sollevato dalla ong Focsiv che sottolinea come l’accordo raggiunto non sia giuridicamente vincolante per gli Stati, questo preoccupa dunque rispetto alla reale attuazione.