Ogni anno le giornate internazionali accendono un faro, il 20 maggio è quello dedicato alle api.
Nonostante da alcuni decenni si parla di rischio estinzione, è solo dal 2017 che l’Onu ha deciso di dedicare una giornata alle insette così importanti per la vita (e cultura) umana e che, insieme agli altri insetti impollinatori, influiscono sulla riproduzione dell’80 per cento circa delle piante selvatiche e di quelle coltivate.
Dipende sempre dall’impollinazione svolta da questi numerosi insetti il 35 % del cibo che mangiamo.
Allora forse vale la pena dedicargli almeno un pensiero al giorno non solo una giornata l’anno, anche solo andando alla ricerca delle tante iniziative in giro per l’Italia per sensibilizzare e far conoscere, da 0 a 99 anni, la vita dentro gli alveari, la cura a loro rivolta da apicoltrici e apicoltori, la differenza fra le migliaia di api operaie e le poche centinaia di fuchi o dove andare a scovare i bug hotel in legno che danno rifugio alle api selvatiche, farfalle, coccinelle e crisope.
Non solo, sono numerose anche le iniziative nelle scuole, di recente è stato attivato un progetto a livello nazionale, https://lezionidimiele.it/, per diffondere storie e sapori del mondo apistiche nelle aule non solo di bimbə ma anche di chi vorrebbe lavorare nell’enogastronomia.
In Italia l’Osservatorio nazionale miele registra la presenza di 1.701.386 fra sciami e alveari, con una produzione di circa 12.450 tonnellate fra oltre 60 tipologie di mieli.
Un unico dato andrebbe rilevato meglio: su 73.148 apicoltori indicati non sappiamo quante siano le apicoltrici, chissà che in un futuro poco lontano non vengano inseriti anche i dati di genere.