Artena, si trova a sud di Roma, è arroccata su un costone calcareo molto ripido. La sua storia, non diversa rispetto a tante altre città, è dettata dalla morfologia dei luoghi, che hanno plasmato l’impianto urbanistico del borgo antico, fino a conformarne l’architettura.
Il centro storico è formato da un prezioso intreccio di case addossate l’una all’altra, in un labirinto di vie, vicoli, scale e scalette. Un dedalo che ha dato ad Artena un primato particolare: quello di avere il centro storico non carrabile più grande d’Europa. L’essenza del luogo è il silenzio. La parte alta del paese è libera dalla automobili e dal rumore delle città motorizzate. Lo spazio pubblico diventa così il luogo dell’interazione sociale diretta, della partecipazione, della collaborazione spontanea.
I dodici chilometri di strade interne sono servite dai muli, che sono utilizzati per il trasporto di tutto quello che occorre per la vita degli abitanti. I muli sono impiegati anche per la raccolta differenziata. La mattina presto una squadra di quattro muli attraversa i vicoli, sono senza campanelli per non svegliare chi ancora dorme. Ogni animale trasporta poco meno di due quintali. Il mulattiere chiama per nomi i suoi muli, ne conosce il carattere e asseconda le loro inclinazioni. Lavorano insieme e il legame che li lega è intenso, affettivo.
È la storia dei luoghi che si fonde con quella degli uomini e ne ispira usanze e tradizioni. Artena è un esempio e i muli sono una testimonianza di queste tradizioni. Una testimonianza del passato che porta in sé tracce di futuro. Se non fosse un ossimoro, si potrebbe quasi parlare di innovazione.
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I costi di gestione di un mulo sono di circa 2.000 euro l’anno, quelli di un mezzo a motore si aggirano intorno a 8.000 euro l’anno.