Cosa è il Life Cycle Assessment, la valutazione del ciclo di vita di un prodotto o servizio?
Per rispondere alla domanda come è possibile valutare in modo attendibile e in modo globale le emissioni e gli impatti negativi di un’azienda attualmente la metodologia migliore è sicuramente quella fornita dalla LCA (Life Cycle Assessment) cioè la valutazione del ciclo di vita di un prodotto o servizio forniti da un’azienda.
E’ un concetto estremamente importante e gli stessi servizi offerti da Phoresta si rifanno a questa tecnica.
Come funzione la Life Cycle Assessement
Conviene allora capire come funziona esattamente e favorirne la sua diffusione.
Aiutando in tal modo a combattere l’inquinamento e le emissioni di CO2 che danneggiano il nostro pianeta. Per far questo ci rifacciamo a della documentazione elaborata dall’ingegner Antonio Cavallin Toscani del dipartimento di tecnica e gestione dei sistemi industriali della Università degli studi di Padova. Intanto dobbiamo tener presente che la LCA ha un antenato importante e cioè la LCT cioè un modo di pensare (Thinking) che porta
a considerare un prodotto di un’azienda non come cosa a sé ma il risultato (ciclo) di un percorso che parte dagli stessi componenti per poi passare alle lavorazioni industriali (ad esempio fabbricazione) per finire al rifiuto cioè alla fase il cui il prodotto viene dismesso.
Un percorso determinato
In pratica con questa tecnica il prodotto (o servizio) non è considerato come un elemento sé ma piuttosto come una realtà che nasce e muore lungo un percorso determinato. Un percorso che è seguito e analizzato passo passo per sapere che impatti sull’ambiente sono man mano provocati. Da questa filosofia – che si affermò e sviluppò negli anni ’60 – è derivato il termine che vi abbiamo enunciato all’inizio e cioè la LCA.
Questo procedimento – adottato appunto a partire dagli anni ’60 – venne adottato inizialmente per calcolare i reflui di alcune lavorazioni industriali. Il sistema aveva un nome suggestivo: ‘from cradle to grave’ cioè dalla culla alla tomba. Una definizione un po’ macabra che però bene rende l’idea.
Fu comunque un enorme passo avanti nel controllo delle emissioni perché si considerava giustamente tutto la filiera produttiva – su tutta ‘la catena del valore – e anche dopo. Questo approccio globale superò allora la segmentazione del processo di controllo che non avveniva più su una singola fase ma nel complesso. La precedente procedura infatti rischiava di procedere solo su alcuni aspetti del processo produttivo e i possibili miglioramenti poteva riverberarsi negativamente su altre fasi.
Arrivano i grandi utenti
Naturalmente questa tecnica si sarebbe sviluppata quando i grandi utenti avrebbero cominciato ad applicarla. E da questo punto di vista fu molto importante quando nel 1969 Harry Teasley ( presidente della Coca Cola) al momento di far studiare il packaging della famosa bevanda commissionò una ricerca sull’impatto nell’ambiente delle lattine. Altri nomi importanti seguirono: la strada era tracciata. Ma la evoluzione della LCA era destinata a proseguire.