Architetto, appassionato di natura, biofilia e bioarchitettura, Zironi dal 2012 gestisce insieme al fratello lo studio Zironi Architetti, con cui si occupano di progettazione architettonica e design.
Nel 2017 ha partecipato al corso di alta formazione “Therapeutic Landscape Design” presso il Politecnico di Milano e ha iniziato ad approfondire i temi della salute in rapporto al costruito, della bioarchitettura e della biofilia, orientando la progettazione secondo i principi del design basato sulle evidenze (evidence based design).
Da dove è nata l’idea di questo progetto in collaborazione con Phoresta?
Phoresta è una associazione conosciuta casualmente alcuni anni fa e con la quale siamo entrati presto in sintonia, condividendo insieme obiettivi e finalità. Nel contesto attuale, in forte cambiamento dovuto alla recente direttiva europea “Energy Performance of Building Directive” e caratterizzato dal motto “Efficienza Energetica al primo posto” (EE1st), abbiamo ritenuto importante parlare al pubblico di cosa sia davvero un edificio sostenibile.
Che cosa si intende per Green Building?
Per noi Green Building è sinonimo di buon costruire, con una particolare attenzione all’efficienza energetica ed all’impatto che le costruzioni inevitabilmente hanno sull’ambiente e sulla natura, ma anche alla salute delle persone che vivranno gli edifici. Un edificio oggi deve possedere molti requisiti e poiché passiamo la maggior parte del nostro tempo all’interno di spazi chiusi, la qualità intrinseca di ogni ambiente diventa sempre più importante per garantire benessere e salute e alle persone.
Progettare un edificio non riguarda più solamente lo spazio in funzione dell’utilizzo, ma dovrebbe offrire alle persone luoghi dove sia possibile vivere esperienze positive, nelle migliori condizioni di benessere possibile ed con il minor impatto sull’ambiente e sulla natura
Un edificio sostenibile e sano è progettato con spazi attenti alla quantità ed alla qualità di luce naturale, così come alla qualità dell’aria indoor; è necessario inoltre che consumi pochissima energia e comunque da fonti rinnovabili, ma è importante che i suoi materiali siano salutari per le persone e con la minor impronta di carbonio per l’ambiente – così come deve esser facilmente ed ecologicamente riciclabile quando a fine vita andrà demolito. La sostenibilità quindi è anche economia, non solo in fase di costruzione, ma pensando a tutto il ciclo di vita dell’edificio con un orizzonte decennale. Inoltre, edifici attenti alla biofilia, avranno accesso a spazi verdi, vedute verso l’esterno, stimolando positivamente la produttività ed il buon umore degli occupanti.
Non si tratta quindi solo di classe energetica?
Negli ultimi tempi si è andata diffondendo la convinzione che un edificio ad alte prestazioni energetiche sia automaticamente di qualità, sano e salubre per gli occupanti; non è così e la prestazione energetica non è l’unico aspetto in tema di costruzioni green.
Si devono valutare in maniera corale molti aspetti progettuali, tra cui certamente l’isolamento termico, ma va mantenuta sotto controllo anche la qualità dell’aria indoor, così come l’illuminazione ed ogni altro parametro che influenzi il benessere delle persone. Anche la scelta dei materiali da costruzione è fondamentale per bilanciare le prestazioni e l’impatto ambientale, la bolletta e la salute delle persone. Sempre più spesso bisogna invece intervenire su edifici sui quali sono state fatte riqualificazioni energetiche superficiali o con materiali non appropriati. In alcuni casi per risolvere problemi come macchie di umidità ed il proliferare della muffa, in altri casi per risolvere nuove patologie ambientali come la SBS (Sick building syndrome) – Sindrome da Edificio Malato.
È fondamentale che a monte di qualunque intervento ci sia un progetto completo che sappia valutare bene i pro e contro dell’uso di ogni singolo materiale, impianto e tecnologia; quando si raggiungono alte prestazioni anche un piccolo errore può diventare un grande problema.
Quali sono gli obiettivi principali della collaborazione con Phoresta?
Informare le persone dei cambiamenti in atto ed in arrivo legate alla necessità urgente di trasformazione del parco edilizio esistente. Questa trasformazione avverrà attraverso importanti interventi edilizi che consentiranno di ridurre le emissioni climalteranti, risparmiare energia, ridurre la povertà energetica, migliorare la qualità di vita e generare inoltre nuove opportunità economiche. In questo saranno coinvolti tutti gli stati europei, ed il nostro obiettivo è quello di accompagnare privati e imprese attraverso la divulgazione in questo percorso di decarbonizzazione già in atto.
Perché Bioedilizia?
Perché progettare bene, realizzando edifici sostenibili e di qualità, salubri e stimolanti per la vita delle persone porta ai principi della bioedilizia. Ossia costruire in maniera etica, selezionando attentamente i materiali da costruzione promuovendo la salute ed il benessere di chi abita lo spazio, in maniera efficace energeticamente, facendo attenzione ai dettagli, al risparmio ed utilizzo consapevole delle risorse, scegliendo impianti innovativi ed evitando l’uso di fonti fossili di energia.
Costruire o ristrutturare immobili è un’attività che comporta l’utilizzo di enormi quantità di materiali ed energia da impiegare per realizzare beni che devono durare nel tempo, possibilmente per generazioni.
È quindi importante abbandonare la moda consumistica del fast-building, per tornare a ben-costruire edifici duraturi, flessibili ed intelligenti, che magari possono esser facilmente modificati o ampliati nel tempo, con materiali salubri, assemblabili e disassemblabili facilmente ed energeticamente risparmiosi affinché siano di facile gestione economica e manutentiva.
I materiali devono esser naturali?
I materiali tradizionali sono quelli più utilizzati in bioedilizia. Ritengo abbiano caratteristiche uniche in termini di qualità e salubrità che è difficile trovare in altri prodotti: la calce, l’argilla cruda, la terracotta, il legno, la canapa… sono solo alcuni dei migliori materiali che possiamo scegliere per “vestire” i nostri edifici. Non bisogna però esser integralisti, in commercio ci sono tantissimi materiali che è possibile utilizzare, l’importante è conoscere bene quello che si sceglie e valutarne pro e contro, caratteristiche prestazionali ed eventuali difetti. Bisogna dire che la maggior parte dei materiali naturali rispondono alla richiesta di utilizzare prodotti a basso impatto ambientale. In un prossimo futuro sarà obbligatorio calcolare il potenziale di riscaldamento globale (GWP), un parametro che dipende da quante emissioni di gas a effetto serra derivano dall’uso dei materiali da costruzione; quelli naturali incamerando CO2 hanno in genere un valore negativo e quindi sono preferibili a molti altri materiali.
Raccontavi di salubrità, perché è così importante la scelta dei materiali?
Vivere un luogo genera esperienze, innanzitutto è importante che un ambiente dia un’esperienza positiva di sé a chi lo vive. Per questo è necessario un buon comfort, che dipende da tanti fattori, tra cui la temperatura, la ventilazione, la luce… Un aspetto spesso trascurato ed importantissimo è la qualità dei materiali e dell’aria indoor. Gli edifici sono come dei vestiti, non indosseremmo mai dei vestiti pieni di sostanze tossiche e dannose per la salute no? Purtroppo, in molti materiali da costruzione vi sono contenute sostanze che, evaporando, finiscono nell’aria che poi, senza un adeguato ricambio dell’aria indoor, respiriamo. Oltre a queste sostanze, i VOC (composti organici volatili), si aggiungono gli inquinanti dell’aria delle città dove viviamo e passando tantissimo tempo in luoghi chiusi, diventa importante la selezione accurata dei materiali da costruzione, affinché il quantitativo di inquinanti ambientali non sia pericoloso per la salute.
Senza allarmismi, è possibile progettare tenendo conto di questi aspetti, pertanto quando ci si trova a costruire o ristrutturare, effettuare una scelta di salubrità permette di avere ambienti più salutari per la vita.
Cosa vuol dire la biofilia in architettura?
Vi sono importanti evidenze scientifiche di quanto le piante ed in generale la natura abbiano un effetto positivo sulla vita delle persone. La connessione che si crea con la natura, suscitando emozioni positive è una predisposizione, da stimolare ed educare, ma che tutti abbiamo. Sfruttando questa connessione, è possibile recuperare più velocemente dallo stress, essere più attenti e produttivi, più in generale si può migliorare la qualità della vita e la nostra salute psicofisica. Non bisogna poi dimenticare che l’integrazione della natura indoor aiuta a migliorare la qualità dell’aria regolandone anche il tasso di umidità, mentre outdoor viene inoltre favorita la biodiversità per mezzo di corridoi e pareti verdi, mentre parchi, giardini e tetti verdi aiutano inoltre a ridurre l’effetto isola di calore urbana, migliorando la qualità degli spazi urbani.
Vi sono tantissimi modi per riportare la natura in città e sfruttarne i benefici, non esiste green building senza le piante ed i loro positivi effetti.
NB: il post non è soggetto di sponsorizzazione e/o di affiliazione con i soggetti titolari intervistati, l’intervista e i contenuti sono di pura divulgazione e informazione.