Margherita Hack è la regina indiscussa delle stelle, a cui ha dedicato la sua lunga e appassionata vita ricordando spesso che “nella nostra galassia ci sono quattrocento miliardi di stelle, e nell’universo ci sono più di cento miliardi di galassie. Pensare di essere unici è molto improbabile”.
Margherita Hack nasce a Firenze nel 1922 da genitori toscani e alla fine della Seconda guerra mondiale si laurea in Fisica con una tesi sulle stelle variabili. È stata una delle scienziate più note al grande pubblico anche per la sua capacità di narrare in maniera divulgativa. Dopo la sua morte avvenuta nel 2013, le sono state intitolate vie e piazze italiane, rispettivamente a Firenze, Reggio Calabria, Milano e Pergine (TN). A lei è intitolato anche il Palasport di Carpi (Modena) e diverse scuole fra cui a Campi Bisenzio, Mogliano Veneto e Suzzara.
È stata la prima donna a dirigere un Osservatorio Astronomico, dopo i primi decenni in cui fece fatica come tutte le donne a fare carriera accademica, e ha diretto anche il Centro Interuniversitario Regionale per l’Astrofisica e la Cosmologia” (Cirac) di Trieste, oltre a collaborare con molte istituzioni estere, fra cui l’Institute for advanced study di Princeton (New Jersey – USA) , gli Osservatori di Utrecht e Gröningen (Olanda), l’Institut d’astrophysique di Parigi, l’Università di Berkeley (California – USA) e le università di Ankara (Turchia) e Città del Messico.
È stata autrice di centinaia di pubblicazioni scientifiche e oltre 40 libri divulgativi.
Convinta dell’importanza fondamentale di promuovere la cultura scientifica e razionale, avversa a ogni forma di superstizione, è stata fra l’altro anche garante scientifica del Cicap, Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze. Ma è stata anche una cittadina impegnata politicamente, antifascista e pacifista, ambientalista e strenua difensora della scuola e sanità pubblica. Forte della sua ironia e senso dell’humor oltre al suo dichiararsi atea, trovava immagini efficaci per tradurre le sue idee al grande pubblico: “La colpa di Eva è stata quella di voler conoscere, sperimentare, indagare con le proprie forze le leggi che regolano l’Universo, la Terra, il proprio corpo, di rifiutare l’insegnamento calato dall’alto, in una parola Eva rappresenta la curiosità della scienza contro la passiva accettazione della fede”.