Conferenza sui cambiamenti climatici, Cop27

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Dal 6 al 18 novembre si tiene in Egitto a Sharm El Sheikh, la 27° conferenza sulla Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, meglio nota come Cop27, a cui parteciperanno delegate e delegati di 198 Stati, la società civile delle organizzazioni non governative impegnate su temi ambientali – anche se molte Ong attive sui diritti umani non sono state accreditate – le agenzie intergovernative, le attiviste e i media da tutto il mondo.

Grande assente Greta Thunberg, in polemica per la scelta dell’Egitto come paese ospitante, ma soprattutto perché teme che non si arrivi a risultati soddisfacenti.
L’ultimo report [www.unep.org/resources/emissions-gap-report-2022] pubblicato da Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, denuncia che gli impegni nazionali aggiornati alla Cop26 di Glasgow sono molto lontani dall’obiettivo che si era concordato a Parigi nel 2015 ossia limitare le temperature e contenerne l’aumento entro l’ultima soglia considerata sostenibile dalla scienza, ossia +1.5° C rispetto all’era pre-industriale.

I governi in giro per il mondo non sembra che abbiano ancora messo al primo punto delle loro agende l’emergenza climatica e come scrive Matt McDonald [https://www.internazionale.it/notizie/matt-mcdonald/2022/10/14/cop27-conferenza-clima-cosa-aspettarsi] “alla vigilia della Cop27 meno di venti paesi hanno fornito aggiornamenti e solo pochi hanno delineato nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni o impegni di emissioni nette zero”. Le premesse dunque non sono delle migliori, ma bisognerà aspettare la fine dei lavori per capire che aria tira.