Questione climatica. Domande e risposte (XIII)

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Tredicesima puntata dell’illustrazione del documento ‘Cambiamento climatico. Evidenza e cause’. Ricordiamo che si tratta di una ricerca condotta da due importanti enti internazionali: The Royal Society e la US National Academy of Science. Nella ricerca sono affrontate le 20 principali domande che vengono formulate sulla questione ‘Climate Change’.

In che modo i cambiamenti climatici influenzano la forza e la frequenza delle inondazioni, degli uragani e tornado?

È una domanda di grande attualità quella posta da Cicerone. E la risposta va cercata a partire dalla rilevazione che la bassa atmosfera terrestre sta diventando più calda e più umida a causa dei gas serra emessi dall’umanità. Questo dà il potenziale per più energia per le tempeste e alcuni eventi meteorologici gravi. In linea con le aspettative teoriche, le precipitazioni abbondanti, gli eventi nevosi (che aumentano il rischio di inondazioni) e le ondate di calore sono generalmente sempre più frequenti.

I fenomeni variano da regione a regione: i cambiamenti più pronunciati sono evidenti in Nord America e in alcune parti d’Europa, soprattutto in inverno.
Anche la siccità gioca un ruolo in tutto questo ed è dovuta soprattutto alle variazioni di alcuni modelli climatici che riguardano El Niño e La Niña. Sulla terraferma, gli eventi di El Niño favoriscono la siccità in molte aree tropicali e subtropicali, mentre gli eventi di La Niña promuovono condizioni più umide in molti luoghi, come è successo negli ultimi anni.

In generale, vi è tuttavia una notevole incertezza sul modo in cui gli uragani stanno cambiando, sia a causa della grande variabilità naturale ma anche per la documentazione incompleta dei fatti e l’impatto dei cambiamenti climatici sulla frequenza degli uragani rimane un argomento di studi in corso. Mentre i cambiamenti nella frequenza degli uragani rimangono incerti, le conoscenze fisiche di base e i risultati dei modelli climatici suggeriscono che gli uragani più forti (quando si verificano) sono suscettibili di diventare più intensi e possibilmente più grandi in un’atmosfera più calda e più umida sopra gli oceani.

 

Ph: Barbara Dall’Angelo