L’anidride carbonica (CO2) e gli altri gas che concorrono all’effetto serra stanno diventando materie prime per produrre cemento e altri materiali da costruzioni. La scienza è divisa sull’utilità o meno di questa operazione.
In un interessante articolo apparso sulla rivista scientifica Nature [https://www.nature.com/articles/d41586-022-00807-y], il giornalista scientifico Mark Peplow indaga il fenomeno sempre più in espansione del riutilizzo della CO2.
In Cina, nella provincia dell’Henan, precisamente a Tongyezhen, una delle città più fumose del Paese e nota per l’estrazione del carbone e la fusione di metalli, ospiterà il più grande impianto al mondo per il riciclaggio dell’anidride carbonica in combustibile.
La società proprietaria dell’impianto, Carbon Recycling International con sede a Reykjavik, ritiene di riuscire a riciclare circa 160mila tonnellate di anidride carbonica all’anno, equivalenti alle emissioni di decine di migliaia di automobili, che altrimenti andrebbero nell’atmosfera.
Sembrerebbe un ottimo risultato, sostengono alcuni, ma numeri alla mano altri pensano che si riesca a trattenere e riutilizzare solo una piccolissima percentuale di CO2 che viene rilasciata in atmosfera e che ha raggiunto negli ultimi anni 36 miliardi di tonnellate.
L’indagine di Peplow suggerisce cautela, mancano ancora molti dati per comprendere quali sono gli effettivi vantaggi e svantaggi, i costi aziendali e ambientali di queste nuove tecnologie.