Abbiamo chiesto a Davide Bulgarelli, CEO della Bulgarelli Production s.r.l., di parlarci del percorso di sostenibilità che ha realizzato nella sua azienda.
La Bulgarelli Production s.r.l. ha realizzato un effettivo percorso di sostenibilità ambientale e sociale aderendo in pieno agli obiettivi dell’agenda ONU 2030.
L’azienda di Carpi produce cartellini, etichette e accessori moda made in Italy, e attualmente si può definire carbon positive, ossia assorbe più emissioni di quanto ne emetta.
È un chiaro esempio di come si possa combinare una sana gestione aziendale con la cura dell’ambiente e delle persone.
Abbiamo chiesto a Davide Bulgarelli perché e come ha attivato questo impegno e cosa ha comportato per la gestione della sua attività di impresa.
D: Come ha iniziato il percorso verso la sostenibilità?
DB: Sono sempre stato attento a queste tematiche, fin da molto giovane mi sono documentato e ho letto di tutte le problematiche che si stavano manifestando con sempre maggiore evidenza: deforestazione, sovrappopolazione, scarsità delle risorse.
D. E poi?
DB: Quando è stato il momento di mettere su la mia casa ho cercato subito di realizzarla in modo che avesse il minimo impatto ambientale, installando ad esempio i pannelli fotovoltaici.
La stessa idea volevo assolutamente applicarla anche n azienda, anche perché sentivo che, con la produzione e tutto quanto ne consegue, la nostra responsabilità è ancora maggiore rispetto a quella del singolo cittadino.
La carbon footprint aziendale è nettamente più elevata e tutto il processo porta a generare emissioni di gas serra in modo incontrollato. Non volevo che la mia azienda contribuisse al dissesto ambientale.
D: Come è iniziato il processo verso la riduzione della carbon footprint?
DB: Si parla di più di dieci anni fa, quando questi temi erano veramente poco considerati a tutti i livelli e c’erano poche linee guida.
Inizialmente ho semplicemente applicato iniziative intuitive, di buon senso, e piuttosto limitate che ovviamente non erano efficaci come avrei auspicato.
Nel frattempo, continuavo a informarmi e a farmi un’idea precisa di cosa fare, cosa modificare e cosa sostituire nello stabilimento e come compensare le nostre emissioni.
D: Quindi avete iniziato a fare della compensazione CO2?
D.B. La nostra idea era raggiungere la carbon neutrality per il 2021, ovvero di mitigare tutte le nostre emissioni irriducibili, quindi quelle che non potevamo ridurre, attraverso la cattura di CO2 tramite misure di riforestazione e di gestione di foreste già esistenti.
Ora questo obiettivo lo abbiamo superato e possiamo definirci carbon positive, o climate positive secondi un’altra definizione, e catturiamo molta più CO2 rispetto a quella che emettiamo.
D: Come è stato possibile arrivare a questo traguardo?
C’è voluto molto studio, una grande alfabetizzazione su tutte queste tematiche.
La svolta vera è avvenuta nel 2014 con la creazione del nuovo impianto della Bulgarelli Production pensato affinché fosse a bassissimo impatto ambientale.
Mi sono affidato a consulenti del settore e abbiamo avviato anche tutto il processo di adattamento e revisione delle funzioni aziendali legato alla certificazione ISO 14.064 (N.d.R.: certificazione internazionale delle procedure e iniziative volte alla riduzione dei gas serra).
Abbiamo rivisto tutti le nostre attività in modo che si riducessero le emissioni clima alteranti in ogni fase.
Ad esempio, il 95% della nostra energia è data da fonti rinnovabili grazie anche un grande impianto fotovoltaico.
In tipografia, gli scarti di carta, i cosiddetti sfridi, vengono raccolti e completamente riciclati.
Per gli accessori moda, utilizziamo materiali plastici da fonte vegetale, compostabile e biodegradabile.
I nostri mezzi sono tutti ibridi.
Ogni aspetto della nostra produzione è sottoposto a continua analisi con l’obiettivo di ridurre le emissioni il più possibile. Questo è il nostro mantra.
Inoltre, compensiamo le emissioni dirette ed indirette di CO2 sostenendo e finanziando le iniziative di riforestazione nel Bosco delle biodiversità a Bologna di Phoresta e nei boschi dei violini in Val di Fiemme dello spin-off dell’Università di Padova Etifor.
D: E i concorrenti come si comportano?
DB: In generale vedono queste iniziative come un costo e spendono pochissimo su questo tipo di innovazione. Realizzano a volte delle iniziative che potrei definire di green washing, come ad esempio fare un’etichetta con i semi che l’utente finale può piantare.
Ma sono iniziative che non modificano assolutamente la loro carbon footprint.
Per arrivare alla carbon neutrality bisogna mettere in discussione tutti i processi aziendali, bisogna avere il coraggio di cambiare dove si può.
D: Finanziariamente come avete sostenuto questi cambiamenti?
DB: Noi abbiamo rinunciato a una fetta di marginalità per realizzare gli obiettivi di sostenibilità, ma siamo un’azienda sostenibile anche economicamente.
Abbiamo sempre puntato su una buona gestione, su clienti anche loro finanziariamente solidi in modo da non avere insoluti.
La Bulgarelli productions s.r.l. produce ricchezza, abbiamo credibilità e un ottimo rating bancario.
Anche con il Covid19, nonostante il grande calo di fatturato, abbiamo avuto solo circa il 6% di insoluti e la nostra azienda è in utile.
In Bulgarelli Production vediamo queste iniziative legate alla sostenibilità come un investimento che oggi ci da vantaggi competitivi di identità e di immagine e in un futuro prevediamo anche una riduzione dei costi.
D. Avete avuto dei riscontri dai clienti?
DB: Abbiamo avuto un riscontro molto positivo dal mercato. I nostri clienti sono brand del lusso, francesi e italiani, che sono già sensibili a queste tematiche e sono molto competenti, hanno all’interno funzioni dedicate come il sostenibilty manger.
Molti di loro hanno come obiettivo di diventare carbon neutral in breve tempo e quindi cercano di rivolgersi a fornitori che già lo sono, ottenendo un risparmio e un vantaggio immediato per il loro bilancio di sostenibilità.
Stiamo però parlando quasi esclusivamente del settore del lusso che, a sua volta, ha una clientela che è esigente.
È un segmento del mercato della moda che deve includere un valore aggiunto di qualità che comprende anche la sostenibilità.
Questo elemento è ancora più importante se il target di riferimento sono i millenials o i più giovani ancora.
Al di là dei brand del lusso la sensibilità è minima, le produzioni sono spesso realizzate per quasi il 90% in paesi senza nessun tipo di tutela ambientale o sociale, ed è difficile cambiare questa idea di fare moda. Il fast fashion è la terza industria più inquinante al mondo.
Il dilemma resta al consumatore: spendere fortune per marchi sostenibili o scegliere un prodotto che ha un impatto negativo nell’ambiente.
Per fortuna si stanno affacciando nuove realtà che cercano di realizzare un prodotto sostenibile senza prezzi elevati, è una piccola nicchia, per ora, ma che sta crescendo.
D: È un problema generazionale?
DB: in genere chi ha più di 50 anni è meno sensibile alle tematiche ambientali e non cambia le scelte di acquisto in base all’impatto che una produzione può avere nel pianeta.
Sono i giovani che si sono resi conto dell’urgenza, che la Terra non ha risorse infinite.
D: Immaginiamo che per voi sostenibilità significhi anche sostenibilità sociale
DB: Sì abbiamo una certificazione SA 8000 (N.d:R.standard internazionale di certificazione per certificare la responsabilità sociale di impresa che includono il rispetto dei diritti umani, del diritto del lavoro, la tutela contro lo sfruttamento minorile, le garanzie di sicurezza e salubrità sul posto di lavoro) per cui abbiamo dei protocolli di gestione del personale che garantiscono ai nostri lavoratori il rispetto delle regole contrattuali e buon ambiente di lavoro. E chiediamo lo stesso ai nostri fornitori.
D: Bulgarelli production s.r.l. e Phoresta: come è iniziata la collaborazione e cosa fate insieme
DB: La collaborazione è nata grazie a Guido Barbieri (N.d.R. membro del Comitato Direttivo di Phoresta), che conoscevo e ho scoperto che si occupasse di temi ambientali grazie a un suo post, e a Carlo Manicardi (Presidente di Phoresta).
Abbiamo iniziato con la compensazione di evento a cui avevamo partecipato e attualmente compensiamo le emissioni dirette ed indirette di CO2 sostenendo e finanziando le iniziative di riforestazione nel Bosco delle biodiversità a Bologna.
Ringraziamo Davide Bulgarelli per la sua disponibilità e per dimostrare che la sostenibilità è realizzabile e porta a vantaggi concreti con la soddisfazione di lasciare un mondo migliore per le nuove generazioni.
NB: il post non è soggetto di sponsorizzazione e/o di affiliazione con i soggetti titolari intervistati, l’intervista e i contenuti sono di pura divulgazione e informazione.