Donne e ambiente: l’ambiente è donna?

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Come è la relazione tra donne e ambiente? Chi protegge meglio l’ambiente, gli uomini o le donne? A questo curioso dilemma risponde con un post Vincent Lucchese un giornalista che collabora a Usbek & Rica, un media francese (online e cartaceo) che si occupa spesso di ambiente. E la risposta al quesito è netta: le donne. Su cosa basa questa affermazione Lucchese? Nientemeno che su di una ricerca svolta da Nature Climate Change. In sostanza: le donne sono molto più protettive nei confronti dell’ambiente di quanto lo siano gli uomini.

Una condizione

A una condizione però: che siano opportunamente coinvolte nei processi decisionali. Proprio così: quando le donne sono coinvolte in un progetto che ha a che fare con l’ambiente la gestione delle risorse tende a migliorare considerevolmente. Per essere più precisi: la protezione ambientale si accresce quando i gruppi deputati al progetto sono costituiti da almeno il 50% di rappresentanti del sesso femminile. Possiamo anche dare una spiegazione di buon senso a questo fatto: molto spesso le donne hanno un senso materno che si riflette anche sul rispetto della natura: non la definiamo spesso ‘Madre Natura’? Ma sono anche pratiche come vedremo dopo. O la relazione tra donne e ambiente va al di là di un imprinting biologico e si basa su una maggiore razionalità?

Ricerca universitaria su donne e ambiente

La ricerca di riferimento è stata svolta dalla università del Colorado, a Boulder e quindi i risultati sono stati pubblicati su Nature. Sono stati fatti dei giochi di simulazione sui gruppi che si occupano di gestione delle risorse in varie comunità del Perù, Tanzania e Indonesia. Ai componenti di questi gruppi – costituiti da 8 persone – veniva offerta una piccola cifra in gettoni (5) per ogni albero abbattuto. Questo riproduce purtroppo la realtà: nei paesi indicati sopra l’abbattimento di alberi costituisce una delle poche fonti di reddito locali. Ma c’era un’altra opzione: se il gruppo decideva di non abbattere nessun albero riceveva un numero superiore di gettoni (160) che il leader del gruppo poteva distribuire tra i partecipanti. Quando veniva fatta questa seconda offerta il numero di chi era disposto ad abbattere alberi si riduceva considerevolmente … ma solo nei gruppi con almeno il 50% di donne.

Concludendo

Una conclusione: le donne si aspettano che il rispetto dell’ambiente sia collegato a degli incentivi economici. In conclusione: le donne vogliono essere meglio rappresentate in questi gruppi che devono gestire le risorse di questi paesi ma vogliono anche avere degli incentivi economici per formulare delle scelte sensate. Un’annotazione del coautore dello studio Krister Andersson rileva che la questione delle quote di genere non viene neppure sollevata dai decisori politici. Questo nuovo studio secondo Andersson dovrebbe spingere a cambiare la situazione. Lo studio della Università del Colorado potrà dare un contributo al movimento dell’ecofemminismo che ha cercato di collegare le lotte ambientaliste e femministe a partire dagli anni ’70. Del resto secondo dati ONU le cause di morte per i disastri ambientali sono quattordici volte superiori per le donne, rispetto agli uomini. Logico, allora, che le donne si preoccupino di più e vogliano dire la loro.