Molti dei post che pubblichiamo raccontano situazioni allarmanti, per esempio sul climate change, sull’inquinamento, sull’aumento della CO2 nell’atmosfera e altro.
Per questo ci fa piacere raccontare – tutte le volte che è possibile – qualche notizia positiva che possa incoraggiarci e affrontare con più serenità i problemi che indubbiamente affliggono il nostro pianeta. Allora riportiamo con piacere una notizia apparsa su Wageningen Economic Research che annuncia novità positive sul fronte della sostenibilità. Va detto che annualmente il Consorzio di sostenibilità (TSC) che si riferisce a tutto il mondo mostra un forte miglioramento (del 30,5%) dell’indice di sostenibilità rispetto all’anno di riferimento del 2016.
Maggiore trasparenza
Il rapporto indica quali sono i settori in cui sono stati raggiunti i migliori risultati, quelli dove permangono difficoltà e problemi da superare e in generale come si stia ottenendo maggiore trasparenza. La valutazione sulla situazione della sostenibilità è stata effettuata tramite l’indice THESIS Sustanability Insight System 2018 che permette appunto la valutazione delle prestazioni tramite un set di indicatori chiave. L’universo su cui è stata effettuata la ricerca era costituito da 1450 aziende di prodotti di largo consumo e che – su una scala ottimale di 100 punti – hanno ottenuto una valutazione media di 44,8. Di qui si deduce che c’è stato un indubbio miglioramento. Infatti nei tre anni precedenti il punteggio era stato di 34,3.
Wageningen Economic Research e la sostenibilità delle aziende
Che ruolo ha in questa operazione il Wageningen Economic Research? Un’attività di coordinamento europeo di TSC di cui fanno parte colossi del calibro di Unilever, Mars, Walmart il WWF e altre 100 importanti società. Tra l’altro WUR collabora con Albron, Bidfood e Sodexo e i loro fornitori per migliorare costantemente l’indice THESIS.
Che cosa significa in pratica il miglioramento del punteggio delle aziende in fatto di sostenibilità? Prima di tutto una maggiore trasparenza da parte delle aziende sia nei
confronti delle proprie operazioni globali sia nelle questioni di sostenibilità in tutta la catena produttiva. Tra queste l’uso del prodotto, la produzione intermedia, la stessa attività in azienda… Nei tre anni successivi al 2016 le aziende che hanno aderito a questo progetto hanno apportato utili modifiche ai prodotti, agli imballaggi e alla catena di fornitura. Tutto ciò ha portato al considerevole miglioramento degli indici di cui abbiamo parlato.
Ci si può accontentare? Certo che no, c’è ancora molto spazio per migliorare la trasparenza dei fornitori per esempio in relazione alla deforestazione, al trasporto, all’imballaggio e al fine vita dei prodotti. Ma la strada è tracciata: basta seguirla.