Anche gli investimenti finanziari, da qualche tempo, guardano con interesse alla sostenibilità e all’ambiente. I segnali in proposito si moltiplicano. Uno lo rileviamo da FocusRisparmio che pubblica un’ interessante intervista a Luciano Diana senior investment manager di Pictet Asset management e responsabile del fondo Global Environmental Opportunities. Diana si ripromette, appunto, di identificare le opportunità di investimento che rispettino l’indice ESG ossia Environment Social Governance cioè ambiente, aspetti sociali e gestione aziendale. Sono tre aspetti che possono benissimo andare d’accordo come dimostrato da numerosi esempi. L’articolo rileva allora che l’investimento ambientale sta conquistando il grande pubblico e proprio nel 2018 i fondi sostenibili non sono più una scelta di nicchia ed entrano tranquillamente nei portafogli globali. Una recente ricerca ha scoperto che il 24% degli ETF (NdR – Exchange Trade Fund cioè fondi che replicano le performance di un indice, come ad esempio, il Dow Jones) e il 15% dei fondi comuni seguono criteri di investimento sostenibili. Diana rileva che gli investitori privati e quelli istituzionali sono alla ricerca di soluzioni che consentano loro ‘To do well while doing good’ cioè far bene mentre si fa del buono. Cioè, in altre parole avere dei vantaggi economici ma contemporaneamente determinare un impatto ambientale positivo. Naturalmente non è così semplice. Per esempio secondo Diana gli indici e i rating ESG sono molto difficili da valutare. Ma è uno sforzo che dobbiamo fare. Anche nel campo delle piccole e medie imprese, che costituisce un mercato enorme e che spesso è alla base di molte grandi realtà, c’è chi propone una soluzione: la startup Ecomate sta sviluppando un rating di sostenibilità interamente dedicato alle PMI Europee. La finanza di rapina deve avere i giorni contati. Oltretutto conviene!
8 Dicembre 2018